Gli ex-membri amareggiati tendevano ad essere quelli che erano venuti meno alla loro grande opera. Si sentivano truffati, indotti a credere l’incredibile – e in effetti alcuni lo erano stati, anche se la maggior parte aveva contribuito alle proprie miserie. Ma c’è un dolore speciale che sente chi ha deliberatamente scelto di abbandonare la ragione per seguire un altro – con profonda fiducia e amore – in un buio sconosciuto, solo per ritrovarsi caduto faccia a terra.
In genere, quando un tale seguace affronta il leader su questo argomento, viene respinto in modo perfino beffardo dal leader che rifiuta di prendersi qualsiasi responsabilità. Forse il seguace ha fatto qualche cosa di non etico per il leader, e in preda al senso di colpa ha bisogno del suo appoggio per condividerne il peso. Quando il leader lo ammonisce ridendo: “Beh, l’hai fatto tu, non io”, e maschera la tragedia da lezione spirituale, il discepolo si sente tradito – “bruciato fino alle ossa”, come qualcuno lo descrisse- la fiducia evapora, e la grande opera non è più possibile in quella situazione. Ora, piuttosto che vedere il viaggio come lo scopo, il seguace sceglie di andarsene accusando il leader quando scopre che l’impossibile ideale è, dopo tutto, veramente impossibile.
Il seguace che ha fallito se ne va quando gli fa comodo, a volte con aperta ostilità verso il gruppo. Tuttavia, ci sono più sfumature di successo e fallimento, e anche nei gruppi più rigidi ci sono gradi diversi di appartenenza. Alcuni abbandonano per unirsi ad un altro gruppo carismatico. Alcuni se ne vanno, poi tornano e passano di nuovo attraverso la fase precedente e proseguono per le fasi successive. Alcuni fanno diversi tentativi di entrare in un gruppo, diversi tentativi per un obiettivo, ogni volta raggiungendo un successo parziale; e così vanno e vengono, rimanendo ambiguamente parte del gruppo.
Len Oakes, Carisma profetico, Settimo capitolo